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Un caso esemplare di processo di rigenerazione urbana: Amburgo

I primi giorni di quest’anno è stata inaugurata la Elbphilarmonie di Amburgo, progettata dallo studio Herzog & de Meuron, con un iter ideativo e realizzativo iniziato nel lontano 2003. L’opera ad oggi è l’icona del complesso processo di riqualificazione della città, governato tramite lo strumento delle InternationaleBauasstellungen –IBA- nato nel 1901 in forma di mostre di progetti e che dall’esperienza dell’IBA Berlin degli anni 1984-87, ed in seguito quelli di Emscherpark, Seee e Stadtumbau, è divenuto il processo di proposte e di governo di trasformazione urbana e paesaggistica a grande scala dei più importanti interventi della Germania. IBA Amburgo interessa l’intera isola di Wilsemberg –la più grande isola europea posta sopra un fiume- e un’area ad essa perimetrale comprendente gran parte dei porti dismessi, proponendo tre obiettivi centrali: costruire nella città edifici climaticamente neutrali (zero emissioni), integrazione di tutte le fasce sociali e di tutte le etnie, cr...

Le cose comuni nel duro lavoro

Affrontare gli studi di architettura alla fine degli anni Ottanta voleva dire imbattersi in un tomo di 992 pagine più bibliografie e indici, intitolato Storia dell'architettura moderna , edito da Laterza, scritto nel 1960, corretta e aggiornata nel 1987. Corrisponde al manuale di Diritto romano di chi si laurea in Giurisprudenza o a quello di Anatomia per Medicina. L'autore si chiamava Leonardo Benevolo il quale è stato architetto professionista -soprattutto urbanista- e docente universitario, nonché autore di numerosi testi che hanno contribuito ad indagare e cercare un ordine sistematico della nostra intricata disciplina. Un grande lavoro critico e storiografico che ha reso trasmissibili e confrontabili i movimenti e le poetiche degli autori che dalla modernità sono sfociati nel Movimento Moderno e nelle esperienze che nel secondo dopoguerra si stavano compiendo. Un'opera intellettuale peculiare per la determinazione con cui tenne legata la pratica architettonica ai mov...

PAROLE SENZA TEMPO PER IL NUOVO ANNO

"Scusate ma non voglio fare l'imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare o conquistare nessuno. Mi piacerebbe aiutare tutti, se fosse possibile: gli ebrei, i gentili, i negri, i bianchi. Noi tutti vogliamo aiutarci vicendevolmente. Gli esseri umani sono fatti così. Vogliamo vivere nella reciproca felicità, non nella reciproca infelicità. Non vogliamo odiarci e disprezzarci. Al mondo c'è posto per tutti. E la buona terra è ricca e in grado di provvedere a tutti. La vita può essere libera e bella, ma noi abbiamo smarrito la strada. La cupidigia ha avvelenato l'animo degli uomini, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci hanno fatto marciare verso l'infelicità e lo spargimento di sangue. Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi dentro. Le macchine che danno l'abbondanza ci hanno lasciato nel bisogno. La nostra sapienza ci ha resi cinici; l'intelligenza duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di m...

per la Giornata della Memoria

Per celebrare la Giornata della Memoria il nostro gruppo di ricerca Architettura Musei Reti-Architettura Paesaggio Reti ha organizzato una giornata di studi intitolato Arte e Architettura d'oggi per la Memoria, presso l'Istituto Alcide Cervi di Gattatico in provincia di Reggio Emilia. E' stato un momento di scambio tra istituzioni che quotidianamente si spendono per la ricerca culturale. Noi abbiamo proposto l'avanzamento di una ricerca inerente il tema della memoria e la costruzione di architetture che ne celebrino i valori simbolici, portando esempi realizzati nel mondo, antologie teoriche, interpretazioni e ricostruzioni di modelli astratti, fino a giungere ad un caso esemplificativo sull'area che fu il campo di concentramento di Bergen Belsen. Per contro abbiamo appreso la vicenda della famiglia Cervi, culminata con lo sterminio dei sette figli nel 1943 e di un loro compagno. Una storia tuttavia molto più ampia del sacrificio antifascista che inizia con l...

Appunti sul museo Quai Branly

La visita del museo, che raduna una serie di collezioni etnoantropologiche fino ad allora disperse in piccole sedi parigine, sollecita una serie di annotazioni circa le meritevoli scelte progettuali. La prima è relativa al lavoro che viene svolto in ambito morfologico, ossia alla lettura dei lotti che determinano il contesto -cortine continue che corrispondono ai singoli isolati con il vuoto dei cortili all'interno- e la scelta di lavorare per contrasto su due livelli. Il piano terreno del museo costruisce il volume urbano con il verde e ridisegna il vuoto dei cortili sotto al vero edificio. Ai piani superiori l'edificio prende il posto del vuoto sottostante mentre lo scemare della vegetazione determina un vuoto che contrasta con gli allineamenti urbani. L'individuazione tipologica è molto coerente con il tema e con una tesi da sostenere in un paese caparbiamente democratico, ossia che tra le culture che caratterizzano i continenti del globo non esistono e non sono ...

la rigorosa generosità di Alberto Campo Baeza

Se un libro può essere generoso, questo lo è. Una rigorosa generosità è l’aura che più volte emerge leggendo i testi che accompagnano il bel volume –pubblicato dalla importante casa editrice Thames & Hudson- che celebra i quarant’anni professionali di Alberto Campo Baeza, il quale di sé dice di non possedere auto, tv, orologio e cellulare. E che nella sua biblioteca ci sono più libri di poesia che di architettura. L’individuazione profonda di una poetica, propria e identificata in un linguaggio culturale fondato e diffusamente condiviso, si è fatta negli anni strategia progettuale che ha identificato nei principi formali del Movimento Moderno gli imprescindibili riferimenti. Dalle geometrie dei volumi puri non si è mai discostato e la costruzione delle sue architetture, in relazione al tema ed al contesto, è stata sempre risolta senza esitazioni in termini iper-euclidei. Di prestazioni tecnologiche neppure si accenna ma si dimostrano nei dettagli, riportati nelle tavole esecutive...

Dopo mangiato. Arte, cultura e moda che resteranno sulla tabula urbana milanese

L’estate del 2015 oltre a portare sul palcoscenico mondiale la congerie tecno-gastronomica globale organizzata lungo i fieristici cardo e decumano dai giorni contati, ha funzionato come campana di fine intervallo e chiamata a raccolta delle immobiliari etoile, per l’apertura del sipario sul rinnovamento urbano di Milano. Operazioni di riconversione e ripristino –partite a macchia di leopardo nell’ultimo decennio- sono organicamente sbocciate in maniera massiva da questa primavera  mostrando una città-metropoli che intende dialogare tramite sintassi internazionale portando argomenti riferiti alla cultura e alla storia. Servite da nuove infrastrutture di collegamento sono emerse nuove centralità corpose quali il Portello, Porta Nuova e City Life ma anche deliziose operazioni puntuali quali il recupero della Darsena e il Mercato Metropolitano. La tradizionale coscienza civica locale connaturata negli innesti di impresa industria e cultura  si è radunata sotto le luci del Cast...

Cronaca di progetto pt 2

Come ogni altro progetto anche questo ha preso le mosse dalle indicazioni sul luogo e da suggestioni culturali oltre che dalle richieste specifiche dei committenti. Al momento dell'incarico ricordo che le prime due erano entrambe poche: l'area di progetto non avevamo ancora potuto visitarla e per questo ci siamo basati sulle immagini di Google Earth e di una piantina catastale. Siamo riusciti ad intuire che l'area era un promontorio con una vista predominante verso sud, l'accesso da nord e un segno nel lotto che indicava una costruzione arcaica -si parlava di un rudere agricolo- curiosamente inclinato secondo l'asse eliotermico. Sapevamo anche che era una zona dove erano stati fatti dei ritrovamenti di epoca imperiale ma sul lotto, allora, non era emerso alcun vincolo archeologico. La suggestione di ritrovarsi a poca distanza dall'Appia Antica in un contesto dove erano presenti delle terme di epoca romana non poteva far tacere fantasmi e porci in dialogo con qu...

Passeggiata. Paolo Zermani.

cimitero di Banzola negozio: allestimento archetipo la valle del Recchio A fianco della Val Parola, tra i comuni di Salsomaggiore Terme, Noceto e Medesano, in provincia di Parma, che frequento fin da bambino, c'è una altrettanto bella valle dove scorre il torrente Recchio, nota per le acque minerali. Passeggiando lungo la strada si incontrano alcune opere dell'architetto Paolo Zermani, ciascuna delle quali punteggia la narrazione paesaggistica che si recepisce durante la visita. Il ritmo pacato delle colline ricoperte dai boschi e segnato dalle faticose colture scoscese, a tratti squarciato da lembi franati, fa da sfondo alla sincerità tipologica che continua la tradizione castellana e nobilmente agricola delle marche varanine. Non suggerisco alcun commento alle fotografie scattate durante una bella passeggiata se non invitare a frequentare i luoghi dell'architettura, ascoltare le evocazioni delle composizioni, dei materia...