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Visualizzazione dei post da 2015

Per una ecologia integrale

Una delle sensazioni che serbo con senso di piacere è l'associazione delle vacanze a libri letti o dischi ascoltati: sono come ripercorrere alcune tappe che caratterizzano il mio percorso esistenziale. Alcuni sono incredibilmente assurdi o degni di psicanalisi come il libro degli esercizi di matematica tra la seconda e la terza media, It di Stephen King in quarta superiore che mi ha immobilizzato accaldato e sudante per una settimana sul copriletto della mia camera a giugno, e potrei citarne altri tra alti e bassi. Questa estate ho letto tre libri. Uno tanto minuscolo quanto dirompente. L'ho distrutto perché lo portavo con me tra le spiagge e il portico della piccolissima casa che abbiamo affittato nel sud della Sardegna. In famiglia siamo in tanti, eravamo in una piccolissima casa, con un grandissimo giardino e grandissime spiagge, e quindi dove c'è sempre un gioco o una chiacchiera da fare, tra bagni, docce , cene, riordini, passeggiate e così via, ci si ritaglia il tem

Appunti sul museo Quai Branly

La visita del museo, che raduna una serie di collezioni etnoantropologiche fino ad allora disperse in piccole sedi parigine, sollecita una serie di annotazioni circa le meritevoli scelte progettuali. La prima è relativa al lavoro che viene svolto in ambito morfologico, ossia alla lettura dei lotti che determinano il contesto -cortine continue che corrispondono ai singoli isolati con il vuoto dei cortili all'interno- e la scelta di lavorare per contrasto su due livelli. Il piano terreno del museo costruisce il volume urbano con il verde e ridisegna il vuoto dei cortili sotto al vero edificio. Ai piani superiori l'edificio prende il posto del vuoto sottostante mentre lo scemare della vegetazione determina un vuoto che contrasta con gli allineamenti urbani. L'individuazione tipologica è molto coerente con il tema e con una tesi da sostenere in un paese caparbiamente democratico, ossia che tra le culture che caratterizzano i continenti del globo non esistono e non sono

LE MEDITATE DISTANZE DI PAOLO ZERMANI

L’architettura non ha fondamenta più solide se non nell’immaterialità della poetica. Il movimento della fissità di un’ombra portata su di un muro in laterizio lungo il corso della giornata è l’impalpabile indizio della sosta e del passaggio di un architetto costruttore di luoghi. Paolo Zermani, uomo di sanguigna e di lettere, è testimone di come il progetto dell’architettura sia complementare alla ricerca teorica: professore ordinario in composizione architettonica presso la Facoltà di architettura di Firenze, accademico di San Luca, visiting professor presso la  Syracuse University, fondatore e coordinatore dei Convegni sulla “Identità dell'architettura italiana”, è autore di diversi libri che descrivono con perseveranza il logico principio di rinnovamento della tradizione architettonica. Tra le opere si ricordano quelle che affiancano le quattro conferenze riportate nel libro:  la cappella sul mare a Malta (1989), il famedio e museo per la sepoltura degli uomini illustri di Tor

la rigorosa generosità di Alberto Campo Baeza

Se un libro può essere generoso, questo lo è. Una rigorosa generosità è l’aura che più volte emerge leggendo i testi che accompagnano il bel volume –pubblicato dalla importante casa editrice Thames & Hudson- che celebra i quarant’anni professionali di Alberto Campo Baeza, il quale di sé dice di non possedere auto, tv, orologio e cellulare. E che nella sua biblioteca ci sono più libri di poesia che di architettura. L’individuazione profonda di una poetica, propria e identificata in un linguaggio culturale fondato e diffusamente condiviso, si è fatta negli anni strategia progettuale che ha identificato nei principi formali del Movimento Moderno gli imprescindibili riferimenti. Dalle geometrie dei volumi puri non si è mai discostato e la costruzione delle sue architetture, in relazione al tema ed al contesto, è stata sempre risolta senza esitazioni in termini iper-euclidei. Di prestazioni tecnologiche neppure si accenna ma si dimostrano nei dettagli, riportati nelle tavole esecutive

Il mostro della nostra epoca

Gli eroi letterari che hanno attraversato le tempeste sociali scatenate dal passaggio dall'era industriale a quella terziaria, con i mutamenti demografici ed urbani della prima metà del XX secolo, li abbiamo conosciuti armati di bottiglie di alcolici, assenzio, oppio e sigarette. Il loro sdegno di fronte ai troppi conti che non tornavano e alla fatica insopportabile per l'impossibilità a raggiungere le utopie che il progresso pareva quotidianamente promettere si stemperava in consessi allucinati che hanno partorito tutte le avanguardie. Recentemente si è riscoperto un eroe che mosso dagli stessi tumulti ha imbracciato un'arma che bene o male appartiene a tutti noi, uno scudo invisibile dietro al quale ancora oggi ci ripariamo e ci illudiamo di mimetizzarci ad ogni istante che ci venga richiesta una nostra presa di posizione. E' l'indifferenza. Non l'astrazione zen che inscena una assenza determinata dalla fissità della presenza immobile del soggetto. Non la pa

Dopo mangiato. Arte, cultura e moda che resteranno sulla tabula urbana milanese

L’estate del 2015 oltre a portare sul palcoscenico mondiale la congerie tecno-gastronomica globale organizzata lungo i fieristici cardo e decumano dai giorni contati, ha funzionato come campana di fine intervallo e chiamata a raccolta delle immobiliari etoile, per l’apertura del sipario sul rinnovamento urbano di Milano. Operazioni di riconversione e ripristino –partite a macchia di leopardo nell’ultimo decennio- sono organicamente sbocciate in maniera massiva da questa primavera  mostrando una città-metropoli che intende dialogare tramite sintassi internazionale portando argomenti riferiti alla cultura e alla storia. Servite da nuove infrastrutture di collegamento sono emerse nuove centralità corpose quali il Portello, Porta Nuova e City Life ma anche deliziose operazioni puntuali quali il recupero della Darsena e il Mercato Metropolitano. La tradizionale coscienza civica locale connaturata negli innesti di impresa industria e cultura  si è radunata sotto le luci del Castello Sfor

toccare per vedere

Curioso, ci eravamo appena assorti nella legge di Brooks, per cui tutto tende al piccolo e -per traslato- al virtuale che, magia, veniamo invitati ad entrare nella pancia del misterioso mondo di Amazon: la stiva paragonabile alla casa di Babbo Natale, dove ogni ben di dio attende di essere consegnato a chi se lo merita, o a chi ha la carta di credito. Come dire: indietro tutta, il virtuale non esiste -è virtuale- e nulla può restare nascosto. Rifugiamoci nel tangibile. Magazzini di Amazon Quasi simile è ciò che è avvenuto nei musei e nelle biblioteche, in cui i magazzini hanno assunto pari dignità delle sale di lettura ed espositive (Quai Branly docet). quai branly Ma non finisce qui. La rivoluzione è entrata nelle nostre case: all'ultimo Salone del Mobile non è stato raro veder cabine armadio trasparenti, progettate soprattutto per free standing da vere protagoniste. Bretelle, mutande e calzini, riposti a fianco di gonne e blazer funzionano come scatole di denti fossili af

la quinta facciata

Le Corbusier diceva che è il quinto prospetto. Non è certo degno del grande maestro, anche se qualche assonanza c'è visto che si tratta di un asilo sulla copertura di un edificio, come nel caso dell'Unité, ma questo recente intervento fornisce l'abbrivio a qualche riflessione su uno dei lati nascosti dell'architettura. Anche nei nostri progetti tendiamo a trattare le coperture come un momento focale di ogni intervento, cercando di evitare a ridurre alla funzione di riparo e displuvio le falde o il piano sommitale dell'edificio. http://www.designboom.com/architecture/hibinosekkei-youji-no-shiro-ob-kindergarten-nagasaki-05-25-2015/ Recentemente il tema è stato affrontato anche in termini di sostenibilità energetica. Infatti è noto l'effetto di irraggiamento che hanno le coperture degli edifici nelle nostre città, se non adeguatamente progettate: è il cosiddetto effetto di "isole di calore", Ossia un innalzamento considerevole del calore dell

ritrovare

Questo il nostro ultimo lavoro: un centro benessere. Abbiamo lavorato sul tema dello smarrimento e del ritrovamento del proprio io. Lasciare lungo un percorso il ruolo che ciascuno si carica sulle spalle e, come in un bosco incantato, incontrare la propria anima. Materiali naturali, sostenibili per la creazione di una atmosfera irreale. http://www.doragiulia.it/ Visit us GAZZA MASSERA ARCHITETTI

terzo tempo

Ci volevano i nuovi Ruccellai o Medici a noi contemporanei, per pacificare due caratteri rocciosi -un po' spigolosi ma come le pietre ben intagliate e molto dure- come Rem Koolhaas e Salvatore Settis. Ancora si vedono al largo i bagliori delle loro disfide veneziane che già li troviamo fianco a fianco a presidiare il vernissage della semiapertura della Fondazione Prada a Milano. Insomma dopo essersele ben bene date (a parole) eccoli in uno splendido terzo tempo, accomunati da progetti culturali capaci di pacificare il classico con il contemporaneo. Il terzo tempo porta sempre energie positive e hic et nunc  getta benzina sul fuoco meneghino speriamo capace di illuminare la notte italiana. Un bell'articolo da Il Giornale dell'Architettura riporta il clima della portata dell'evento e dell'opera, e a contorno di articoli internazionali. Ci impegnamo a riferire alla nostra prossima visita. http://ilgiornaledellarchitettura.com/articoli/2015/4/124174.html http:/

innoviamo

L'approccio alla professione, nel nostro studio, ha due riferimenti importanti: la memoria e l'innovazione. Questi due limiti non sono solo temporali -il passato e il futuro- ma due riferimenti contenitori all'interno dei quali costruiamo tutte quelle relazioni che riconosciamo come cultura, sapere, ispirazione. E' già da tempo che ci interessiamo e promuoviamo anche con eventi pubblici all'innovazione più spinta, fatta di costellazioni di start-up, molte delle quali vanno a condensarsi tracciando le strade che più di altre costituiranno il futuro prossimo. Di seguito segnaliamo tre eventi: uno internazionale appena trascorso -Next Web ad Amsterdam, uno nazionale di fine maggio -InnovAction a Firenze- e uno locale di grande interesse -#impresapossibile. http://www.ninjamarketing.it/2015/05/04/the-next-web/ http://www.ninjamarketing.it/2015/05/04/pronti-per-la-finale-di-innovaction-lab-2015/ http://www.impresapossibile.it/

riletto

Uno dei libri che rileggo è un libro di fotografie. Un caso curioso fare così attenzione al testo -ancor prima che alle illustrazioni- che introduce alle centinaia di fotografie che John Pawson ha scelto per dimostrare la poetica che caratterizza la sua esistenza. Minimum è il nome del libro -uscito per Phaidon ormai nel 2003- e anche dell'attitudine ontologica nella quale l'autore si riconosce. "Il minimum  può essere definito come la perfezione che un oggetto raggiunge quando non è più possibile migliorarlo per sottrazione". Difficile aggiungere -o meglio togliere- a questa definizione escatologica, oltre la quale si pone il nulla, il limite estremo che costruisce le esperienze visive riportate nel volume e riordinate in paragrafi: massa, luce, struttura, rituale, paesaggio, ordine, contenimento, ripetizione, volume,essenza, espressione. John Pawson è architetto e queste sono categorie con le quali costruisce una propria teoria e una propria poetica di architettura

a metà tra gli infiniti

Ho appena finito di leggere un libro bellissimo: si intitola Sette brevi lezioni di fisica, edito da Adelphi, e lo ha scritto il fisico Carlo Rovelli. E' bellissimo per tre motivi. Utilizza un linguaggio molto comprensibile e molto avvincente, addentrandosi nelle questioni quanto basta per descriverle nei tratti fondamentali. Secondo, ci rende -seppur superficialmente- edotti di quelle che ad oggi sono le sei più importanti teorie della fisica: la legge della relatività con la descrizione dello spazio non di un qualcosa di vuoto ma di una cosa che addirittura si piega; i quanti che determinano una volta per tutte che la realtà esiste, ma per poco; il cielo stellato nel quale lanciamo a perdere il nostro sguardo è simile alla superficie del mare con tante onde, tante stelle e tanti buchi neri; la scoperta del bosone di Higgs è una scoperta che conferma brandelli di teorie delle particelle che non si sa bene come stiano tutte insieme; il nostro essere reali consiste nell'intera

Cronaca di progetto pt 2

Come ogni altro progetto anche questo ha preso le mosse dalle indicazioni sul luogo e da suggestioni culturali oltre che dalle richieste specifiche dei committenti. Al momento dell'incarico ricordo che le prime due erano entrambe poche: l'area di progetto non avevamo ancora potuto visitarla e per questo ci siamo basati sulle immagini di Google Earth e di una piantina catastale. Siamo riusciti ad intuire che l'area era un promontorio con una vista predominante verso sud, l'accesso da nord e un segno nel lotto che indicava una costruzione arcaica -si parlava di un rudere agricolo- curiosamente inclinato secondo l'asse eliotermico. Sapevamo anche che era una zona dove erano stati fatti dei ritrovamenti di epoca imperiale ma sul lotto, allora, non era emerso alcun vincolo archeologico. La suggestione di ritrovarsi a poca distanza dall'Appia Antica in un contesto dove erano presenti delle terme di epoca romana non poteva far tacere fantasmi e porci in dialogo con qu

Com'è capricciosa Venezia

Ai più Venezia appare ancora oggi impigliata tra una iconografia che sa di grave predizione atavica e una sfacciata carnascialesca accondiscendenza al pop. Una sorda ambiguità che affonda le palificate sulle paludose e liquefatte visioni del Guardi, il quale pone una fosca distanza tra la lucentezza della Serenissima e ciò che sarebbe dovuto da lì in avanti a divenire con la caduta della Repubblica. Una mitologizzazione culturale moderna ben tratteggiata nella letteratura che muta, trattiene e stratifica negli ultimi quattro secoli fisiognomiche mutevolezze, dalla galanteria di Goldoni, alla passionalità decadente di Casanova, dalla poesia di Goethe, al non-essere di Byron, per giungere alla decadenza di Mann. Il culmine della venezianità architettonica sfocerà da una lato nel riconoscimento del palladianesimo internazionale quale linguaggio ambasciatore delle esperienze illuminate di molteplici menti locali, dall’altro lato senza riuscire ad oscurare la sovrapposizione di stili,