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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Le cose comuni nel duro lavoro

Affrontare gli studi di architettura alla fine degli anni Ottanta voleva dire imbattersi in un tomo di 992 pagine più bibliografie e indici, intitolato Storia dell'architettura moderna , edito da Laterza, scritto nel 1960, corretta e aggiornata nel 1987. Corrisponde al manuale di Diritto romano di chi si laurea in Giurisprudenza o a quello di Anatomia per Medicina. L'autore si chiamava Leonardo Benevolo il quale è stato architetto professionista -soprattutto urbanista- e docente universitario, nonché autore di numerosi testi che hanno contribuito ad indagare e cercare un ordine sistematico della nostra intricata disciplina. Un grande lavoro critico e storiografico che ha reso trasmissibili e confrontabili i movimenti e le poetiche degli autori che dalla modernità sono sfociati nel Movimento Moderno e nelle esperienze che nel secondo dopoguerra si stavano compiendo. Un'opera intellettuale peculiare per la determinazione con cui tenne legata la pratica architettonica ai mov

PAROLE SENZA TEMPO PER IL NUOVO ANNO

"Scusate ma non voglio fare l'imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare o conquistare nessuno. Mi piacerebbe aiutare tutti, se fosse possibile: gli ebrei, i gentili, i negri, i bianchi. Noi tutti vogliamo aiutarci vicendevolmente. Gli esseri umani sono fatti così. Vogliamo vivere nella reciproca felicità, non nella reciproca infelicità. Non vogliamo odiarci e disprezzarci. Al mondo c'è posto per tutti. E la buona terra è ricca e in grado di provvedere a tutti. La vita può essere libera e bella, ma noi abbiamo smarrito la strada. La cupidigia ha avvelenato l'animo degli uomini, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci hanno fatto marciare verso l'infelicità e lo spargimento di sangue. Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi dentro. Le macchine che danno l'abbondanza ci hanno lasciato nel bisogno. La nostra sapienza ci ha resi cinici; l'intelligenza duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di m