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Le cose comuni nel duro lavoro

Affrontare gli studi di architettura alla fine degli anni Ottanta voleva dire imbattersi in un tomo di 992 pagine più bibliografie e indici, intitolato Storia dell'architettura moderna , edito da Laterza, scritto nel 1960, corretta e aggiornata nel 1987. Corrisponde al manuale di Diritto romano di chi si laurea in Giurisprudenza o a quello di Anatomia per Medicina. L'autore si chiamava Leonardo Benevolo il quale è stato architetto professionista -soprattutto urbanista- e docente universitario, nonché autore di numerosi testi che hanno contribuito ad indagare e cercare un ordine sistematico della nostra intricata disciplina. Un grande lavoro critico e storiografico che ha reso trasmissibili e confrontabili i movimenti e le poetiche degli autori che dalla modernità sono sfociati nel Movimento Moderno e nelle esperienze che nel secondo dopoguerra si stavano compiendo. Un'opera intellettuale peculiare per la determinazione con cui tenne legata la pratica architettonica ai mov...

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Si è appena concluso Mercanteinfiera e noi Gazza Massera Architetti -essendo molto attenti all'innovazione quanto curiosi delle tracce del passato- siamo andati a visitarla nei giorni dell'allestimento. Tra gli stand cagnolini di minuscola taglia, educatissimi, con soprabitini e al guinzaglio, come se piovessero. Su un espositore di cartoline e libri d'arte vengo chiamato da pochi numeri di Casabella e con essi inizio un sordo dialogo, attorniandomi di fantasmi, ricordi di lezioni al Politecnico, aneddoti di Aurelio Cortesi, e discussioni con i colleghi, avendo come interlocutori le pagine di queste riviste in disarmo. La prima che scelgo è il numero 220, mitico quanto il recente 666 con gli interventi sul tema della composizione architettonica di Giorgio Grassi e Rafael Moneo (personalmente l'apice della direzione Dal Co). Il 220 mi sbandiera subito un comitato di redazione quasi fosse l'Olimpo, al quale credi o non credi, dentro o fuori. Una paginetta a bandiera ...