Uno dei libri che rileggo è un libro di fotografie. Un caso curioso fare così attenzione al testo -ancor prima che alle illustrazioni- che introduce alle centinaia di fotografie che John Pawson ha scelto per dimostrare la poetica che caratterizza la sua esistenza. Minimum è il nome del libro -uscito per Phaidon ormai nel 2003- e anche dell'attitudine ontologica nella quale l'autore si riconosce. "Il minimum può essere definito come la perfezione che un oggetto raggiunge quando non è più possibile migliorarlo per sottrazione". Difficile aggiungere -o meglio togliere- a questa definizione escatologica, oltre la quale si pone il nulla, il limite estremo che costruisce le esperienze visive riportate nel volume e riordinate in paragrafi: massa, luce, struttura, rituale, paesaggio, ordine, contenimento, ripetizione, volume,essenza, espressione. John Pawson è architetto e queste sono categorie con le quali costruisce una propria teoria e una propria poetica di architettura all'interno delle quali in modo trasversale permeano influenze delle culture classica, moderna e contemporanea delle sfere occidentali ed orientali. La visione come mezzo dimostrativo di una filosofia che tutto riassume alla sintesi più spinta, e non un lungo testo che rimandi a teoremi e narrazioni astratte, è stata scelta per l'immediatezza con la quale esperiamo il, o possiamo ambire al, minimum. Viste soggettive e parziali di monumenti, architetture, paesaggi, costruzioni, opere d'arte scorrono a ricostruire le categorie individuate da Pawson e suggerite per ridurre al percepibile le sovrainformazioi che la realtà aumentata nella quale viviamo rischiano di disorientarci. E più volte si incontrano i maestri dell'architettura che hanno indicato la svolta tra il moderno occidentale e un moderno internazionale, trasversale, astratto, puntuale e generale al contempo: i nomi sono quelli risaputi.
Un libro che periodicamente riprendo in mano e che -pur riscontrando che alcune immagini potrebbero essere attualizzate tramite nuovi esempi- trovo un valido richiamo alla precisione della discipline architettonica, all'interno della quale tutto trova una collocazione, un luogo dove abitare e convivere.
John Pawson non ha mai smesso di scrivere questo libro: il suo sito ne è l'ininterrotta continuazione.
http://www.johnpawson.com/
Una tangibile testimonianza della profondità del suo pensiero, tanto quanto la sua architettura, nel corso degli anni pubblicata in diverse riviste italiane e internazionali e recentemente raccolta in un volume edito da Electa (Puro spazio) e da un nuovo numero monografico di El Croquis (n.127 e ora n.158).
Un libro che periodicamente riprendo in mano e che -pur riscontrando che alcune immagini potrebbero essere attualizzate tramite nuovi esempi- trovo un valido richiamo alla precisione della discipline architettonica, all'interno della quale tutto trova una collocazione, un luogo dove abitare e convivere.
John Pawson non ha mai smesso di scrivere questo libro: il suo sito ne è l'ininterrotta continuazione.
http://www.johnpawson.com/
Una tangibile testimonianza della profondità del suo pensiero, tanto quanto la sua architettura, nel corso degli anni pubblicata in diverse riviste italiane e internazionali e recentemente raccolta in un volume edito da Electa (Puro spazio) e da un nuovo numero monografico di El Croquis (n.127 e ora n.158).
Affabulatore onesto. Lo ordino subito.
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