Uno dei libri che rileggo è un libro di fotografie. Un caso curioso fare così attenzione al testo -ancor prima che alle illustrazioni- che introduce alle centinaia di fotografie che John Pawson ha scelto per dimostrare la poetica che caratterizza la sua esistenza. Minimum è il nome del libro -uscito per Phaidon ormai nel 2003- e anche dell'attitudine ontologica nella quale l'autore si riconosce. "Il minimum può essere definito come la perfezione che un oggetto raggiunge quando non è più possibile migliorarlo per sottrazione". Difficile aggiungere -o meglio togliere- a questa definizione escatologica, oltre la quale si pone il nulla, il limite estremo che costruisce le esperienze visive riportate nel volume e riordinate in paragrafi: massa, luce, struttura, rituale, paesaggio, ordine, contenimento, ripetizione, volume,essenza, espressione. John Pawson è architetto e queste sono categorie con le quali costruisce una propria teoria e una propria poetica di architettura...
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