Una delle sensazioni che serbo con senso di piacere è l'associazione delle vacanze a libri letti o dischi ascoltati: sono come ripercorrere alcune tappe che caratterizzano il mio percorso esistenziale. Alcuni sono incredibilmente assurdi o degni di psicanalisi come il libro degli esercizi di matematica tra la seconda e la terza media, It di Stephen King in quarta superiore che mi ha immobilizzato accaldato e sudante per una settimana sul copriletto della mia camera a giugno, e potrei citarne altri tra alti e bassi.
Questa estate ho letto tre libri. Uno tanto minuscolo quanto dirompente. L'ho distrutto perché lo portavo con me tra le spiagge e il portico della piccolissima casa che abbiamo affittato nel sud della Sardegna. In famiglia siamo in tanti, eravamo in una piccolissima casa, con un grandissimo giardino e grandissime spiagge, e quindi dove c'è sempre un gioco o una chiacchiera da fare, tra bagni, docce , cene, riordini, passeggiate e così via, ci si ritaglia il tempo della lettura come e dove si può. E i libri vivono con me questa saga che ti segna fisicamente.
Il libro piccolissimo parla di casa, di ambiente, di società e di sostenibilità. E' un libro che sembra scritto per tutti gli architetti e per tutti coloro che fanno dell'ambiente uno dei propri riferimenti. Nonostante il ridotto numero di pagine è molto ampio nei rimandi alla tradizione filosofica, agli agganci con tradizioni religiose mondiali, alla ricerca scientifica, ai più evidenti aspetti della finanza e dell'impresa. E' piuttosto diretto nella lettura dei nostri comportamenti quotidiani.
Cosa dice in breve sostanza? Racconta che non viviamo più come abbiamo sempre abitato dagli albori delle civiltà fino al XIX secolo in continenti che funzionano come compartimenti stagni. Per certi versi non lo è mai stato perché parlare di essere umano significa parlare di migrazione e scambi culturali ed economici, e con essi di modifiche delle colture agricole e dell'ambiente. Ma finché i trasporti erano lenti le conseguenti modificazioni erano più regimentabili. Ora tutto è simultaneo. E finché il progresso è tale, ossia produce solo effetti positivi e nessun effetto collaterale negativo irreversibile, tutto funziona. Ma nel momento in cui il nostro stare sulla terra assume frenetici significati indotti dall'economia che si deve autoalimentare, per cui vivere risulta essere una schizofrenica corsa al consumo e al riparare gli effetti su di noi -salute e superficialità- e sull'ambiente -inquinamento in ogni termine e settore- di tale consumo, allora occorre fermarsi e riflettere. Significa interrompere la routine anche per alcuni istanti al giorno e dialogare con un libro che ricostruisce un disegno, nel quale colloca i tratti più facili ed essenziali che ritraggono il senso del nostro abitare insieme in un luogo, il mondo, concluso, finito e non eterno e inesauribile. L'autore parla di come passare le giornate, di confrontarsi con gli altri, di includere gli svantaggiati nelle nostre abitudini, di come disegnare le nostre case e le nostre città per farle davvero belle e per tutti. Parla di come fare la spesa, di quanta farne e di come mangiare. Parla di cosa coltivare, della bellezza del paesaggio. Parla dell'armonia che rischiamo di perdere se ci concentriamo su tutto ciò che in modo subdolo e subliminale ci viene imposto.
Illuminante intitolare uno dei capitoli chiave "Un'ecologia integrale": significa che tanto non è più pensabile il mondo come parti separate, tanto non è pensabile pensare alla nostra esistenza per individui e settori esistenziali separati. Mi ricorda molto il concetto di Leon Batista Alberti di Concinnitas, ovvero quell'armonia, quella universale bellezza che un'opera -e una vita- raggiunge quando tutte le parti sono connesse e in equilibrio tra loro, per relazioni, gerarchie e proporzioni. E nulla si può mutare -nulla- senza che il tutto ne risenta.
E' un piccolo libro, molto facile e appassionante.
L'autore è Francesco (c'è scritto così sulla copertina). Il titolo è Laudato si'.
Ci sono illustri recensioni e approfondimenti su questo libro. Penso che la più bella la possa scrivere ciascuno di voi vivendo come c'è scritto nel libro.
Buona lettura e buona vita.
Questa estate ho letto tre libri. Uno tanto minuscolo quanto dirompente. L'ho distrutto perché lo portavo con me tra le spiagge e il portico della piccolissima casa che abbiamo affittato nel sud della Sardegna. In famiglia siamo in tanti, eravamo in una piccolissima casa, con un grandissimo giardino e grandissime spiagge, e quindi dove c'è sempre un gioco o una chiacchiera da fare, tra bagni, docce , cene, riordini, passeggiate e così via, ci si ritaglia il tempo della lettura come e dove si può. E i libri vivono con me questa saga che ti segna fisicamente.
Il libro piccolissimo parla di casa, di ambiente, di società e di sostenibilità. E' un libro che sembra scritto per tutti gli architetti e per tutti coloro che fanno dell'ambiente uno dei propri riferimenti. Nonostante il ridotto numero di pagine è molto ampio nei rimandi alla tradizione filosofica, agli agganci con tradizioni religiose mondiali, alla ricerca scientifica, ai più evidenti aspetti della finanza e dell'impresa. E' piuttosto diretto nella lettura dei nostri comportamenti quotidiani.
Cosa dice in breve sostanza? Racconta che non viviamo più come abbiamo sempre abitato dagli albori delle civiltà fino al XIX secolo in continenti che funzionano come compartimenti stagni. Per certi versi non lo è mai stato perché parlare di essere umano significa parlare di migrazione e scambi culturali ed economici, e con essi di modifiche delle colture agricole e dell'ambiente. Ma finché i trasporti erano lenti le conseguenti modificazioni erano più regimentabili. Ora tutto è simultaneo. E finché il progresso è tale, ossia produce solo effetti positivi e nessun effetto collaterale negativo irreversibile, tutto funziona. Ma nel momento in cui il nostro stare sulla terra assume frenetici significati indotti dall'economia che si deve autoalimentare, per cui vivere risulta essere una schizofrenica corsa al consumo e al riparare gli effetti su di noi -salute e superficialità- e sull'ambiente -inquinamento in ogni termine e settore- di tale consumo, allora occorre fermarsi e riflettere. Significa interrompere la routine anche per alcuni istanti al giorno e dialogare con un libro che ricostruisce un disegno, nel quale colloca i tratti più facili ed essenziali che ritraggono il senso del nostro abitare insieme in un luogo, il mondo, concluso, finito e non eterno e inesauribile. L'autore parla di come passare le giornate, di confrontarsi con gli altri, di includere gli svantaggiati nelle nostre abitudini, di come disegnare le nostre case e le nostre città per farle davvero belle e per tutti. Parla di come fare la spesa, di quanta farne e di come mangiare. Parla di cosa coltivare, della bellezza del paesaggio. Parla dell'armonia che rischiamo di perdere se ci concentriamo su tutto ciò che in modo subdolo e subliminale ci viene imposto.
Illuminante intitolare uno dei capitoli chiave "Un'ecologia integrale": significa che tanto non è più pensabile il mondo come parti separate, tanto non è pensabile pensare alla nostra esistenza per individui e settori esistenziali separati. Mi ricorda molto il concetto di Leon Batista Alberti di Concinnitas, ovvero quell'armonia, quella universale bellezza che un'opera -e una vita- raggiunge quando tutte le parti sono connesse e in equilibrio tra loro, per relazioni, gerarchie e proporzioni. E nulla si può mutare -nulla- senza che il tutto ne risenta.
E' un piccolo libro, molto facile e appassionante.
L'autore è Francesco (c'è scritto così sulla copertina). Il titolo è Laudato si'.
Ci sono illustri recensioni e approfondimenti su questo libro. Penso che la più bella la possa scrivere ciascuno di voi vivendo come c'è scritto nel libro.
Buona lettura e buona vita.
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